Dibattiti assi 1 e 3
Primo gruppo di dibattiti: mercoledì 30 ottobre dalle 14.30 alle 16.30
Assi 1 e 3
Asse 1 Educazione Nuova e insuccesso scolastico socialmente significativo
Dibattito 1 Come possiamo capire e combattere l'insuccesso scolastico? (CRAP)
Si discuteranno le analisi e le proposte presenti nel libro di Yves Reuter « Comprendre et combattre
l’échec scolaire » (Comprendere e combattere l'insuccesso scolastico). La discussione si svolgerà in tre
momenti:
- una breve presentazione del libro di Yves Reuter sulla dimensione sociale dell'insuccesso scolastico,
gli studenti e la povertà, il rapporto tra la pedagogia e la didattica e le possibili linee d'azione.
- una discussione del libro da parte di Gwenaël Le Guevel, ex insegnante della SEGPA e presidente del
Crap, Laurent Reynaud, insegnante di scuola superiore e membro del CR dei Cahiers pédagogiques,
Maëliss Rousseau, insegnante di scuola dell’infanzia e membro del CR dei Cahiers pédagogiques.
Ognuno di loro si concentrerà su un punto di accordo, un punto di disaccordo e un punto che solleva
interrogativi;
- dibattito con tutti i partecipanti.
Dibattito 2 "È per il tuo bene" Come possiamo pensare alla sicurezza a scuola in modo che non sia
uno strumento di repressione? (FITCEMEA)
Crescere un individuo autonomo significa metterlo in condizione di fare le cose da solo, dargli fiducia
affinché, a poco a poco, possa raggiungere obiettivi che saranno tanto più grandi quanto più lui è
giovane. Tuttavia, negli ultimi anni, il tema della sicurezza a scuola si è allontanato da questo obiettivo.
Dalla scuola dell’infanzia in poi le cosiddette regole di sicurezza stanno comprimendo i comportamenti
naturali di bambini e ragazzi fino a modificarli, imprimendo nuovi codici di comportamento in nome del
loro “bene".
Le regole della sicurezza a scuola forniscono supporti protettivi per evitare di "farsi del male" ma al
punto da inibire il naturale potenziale di apprendimento dei bambini.
In questo dibattito ci si chiederà come coniugare il tema della sicurezza a scuola con le direttive
europee sulle competenze green, che prevedono la valorizzazione dell'ambiente come bene comune, e
con tutte le teorie relative al tema dell'educazione all’aperto. Discuteremo la nostra premessa: l'unica
sicurezza possibile è quella di un gruppo sociale che genera inclusione per dare a tutti le stesse
opportunità.
Dibattito 3 Come combattere il fallimento di genere? Confronti internazionali (Ficemea, Cemea Camerun)
La scuola e l'istruzione sono pilastri innegabili dello sviluppo nel mondo. Non possiamo pretendere di
garantire uno sviluppo sostenibile senza introdurre alternative all'attuale sistema educativo.
Va subito notato che il sistema scolastico nel suo complesso opera in modo fallimentare: programmi di
studio inadeguati, sistemi di valutazione inadeguati, metodi di insegnamento obsoleti e non conformi
all'ambiente dei discenti; di qui i numerosi fallimenti, bocciature e abbandoni.
La scolarizzazione femminile pone un problema sociale molto importante; in molti paesi esistonobarriere socioculturali che impediscono al mondo femminile di avere un ruolo; le posizioni di alcune
religioni, matrimoni precoci, pregiudizi socioculturali, distribuzione dei compiti domestici tra ragazze e
ragazzi, ecc.
Poiché le scuole devono offrire pari opportunità a ragazze e ragazzi, si tratta di sensibilizzare i governi
affinché mettano in atto politiche educative per promuovere l'approccio di genere e dare così a tutte
le ragazze la possibilità di partecipare attivamente ai luoghi decisionali che si occupano del loro futuro.
Discuteremo di possibili iniziative con i governi e le istituzioni internazionali, per la realizzazione di
pratiche innovative come il consiglio dei ragazzi, i consigli giovanili regionali e comunali o altre
proposte avanzate dai partecipanti.
Dibattito 4 L’ Educazione Nuova prigioniera della "forma scolastica" dell'educazione e
dell'apprendimento? (Maison de la pédagogie - Mulhouse)
Dalle 8 alle 9, matematica; dalle 9 alle 10, musica; dalle 10 alle 11, inglese; dalle 11 alle 12, scienze
della Terra e della vita. E così via, settimana dopo settimana, da una stanza all'altra, il gruppo classe
vaga per la scuola per 55 minuti per materia.
Una divisione del tempo e dei saperi, uno spazio separato dalla vita pubblica, un modo uniforme di
raggruppare gli alunni: sono tutti elementi, tra gli altri, caratteristici di una "forma scolastica" di
trasmissione di una cultura molto diffusa ma raramente messa in discussione. Eppure...
Questo dibattito proporrà di mettere in discussione la compatibilità di una "forma scolastica"
storicamente datata con un’Educazione Nuova sostenuta da pedagogie che cercano di tenere conto
dell'eterogeneità degli allievi, in particolare di quelli più lontani dalla cultura della scuola.
Un dibattito potenzialmente arricchito dalla presenza di partecipanti provenienti da diversi sistemi
educativi e con esperienze uniche.
Dibattito 5 In che modo l'eterogeneità della classe rende possibile affrontare la sfida di "Tutti
capaci!"? (GFEN)
Già nel 1947, il Piano Langevin-Wallon presentava l'accesso all'istruzione e alla cultura come un
principio di giustizia, conciliando "uguaglianza e diversità". Il minimo che si possa dire è che non tutti
ne sono convinti, spinti da interessi che spesso non vengono espressi.
Altri sono convinti che questa scommessa possa essere vinta.
Discutiamone...
Dibattito 6 In che modo i movimenti di educazione popolare sono partner essenziali dei nuovi
movimenti di educazione nella lotta contro le cause dell'insuccesso scolastico? (Collectif Alpha)
Le persone che lasciano la scuola con difficoltà di lettura e scrittura possono trovare nuovi spazi di
apprendimento nelle associazioni di educazione popolare. Queste associazioni hanno potuto
sviluppare pratiche formative e avviare progetti che aiutano a combattere i fenomeni di riproduzione
sociale. Cosa portano nel mondo della scuola, nella lotta contro l'insuccesso scolastico, queste
esperienze
derivanti
dall'educazione
popolare
con
gli
adulti?
Per discuterne insieme, sperimenteremo tecniche di educazione popolare.
Dibattito 7 Libri di testo, strumenti di controllo o di emancipazione? (LIEN, Labo de Babel, CRAP,
ICEM)
Nel momento in cui il valore formale dei libri di testo viene messo in discussione, qual è la posizione
dell’Educazione Nuova? In che modo il libro di testo è un veicolo ideologico e culturale o unostrumento pratico utile agli insegnanti? Nella complessità dei sistemi, si cercherà di individuare le
posizioni dei diversi attori attraverso dei giochi di ruolo che sono pretesti per svolgere le
argomentazioni. Analizzeremo le situazioni al fine di immaginare un ragionamento solido, sostenibile,
utopico... che ci permetterà di trovare un'altra strada, tra il controllo e dell'emancipazione.
Dibattito 8 Siamo pronti a cambiare il contratto scolastico che ci viene proposto fondato sulla
selezione? (LIEN)
Ci è stato proposto un contratto che ci obbliga a istruire ed educare i giovani selezionandoli. Questo
obiettivo paradossale distrugge le nostre migliori intenzioni pedagogiche e organizzative sulla scuola.
Stiamo lavorando per cambiare questo contratto dato che grazie ad esso non possiamo più evitare di
creare fallimenti per poter funzionare?
Se sì: come?
Se no: perché?
L'esempio della scuola di Ginevra servirà da punto di partenza per avviare il dibattito.
Asse 3: L’Educazione Nuova di fronte all'ascesa del populismo e del totalitarismo
Dibattito 9 Il gioco può salvarci dalla disumanizzazione della guerra e del nemico? (FITCEMEA)
Viviamo sempre più soffocati dalla retorica e dalla propaganda di guerra. Che cosa rende possibile
questa condizione? Un aspetto è fondamentale: la disumanizzazione del nemico, non riconoscerlo,
non vederlo mai così com'è: una persona; negandogli un nome, una voce, un ascolto, uno spazio
per le sue motivazioni, per quanto possano essere non condivisibili. In questa quotidianità le voci
dissenzienti, le opinioni diverse non hanno più posto, vengono criminalizzate ma soprattutto
ignorate e censurate, non riconosciute. Nel gioco, in tutti i giochi, l'"altro", l'avversario, il nemico...
lo accetto, lo considero, lo osservo, mi relaziono con lui, sia quando le forze sul terreno sono
disuguali e asimmetriche, sia quando gli obiettivi che intendiamo raggiungere sono diversi. Ciò
avviene nello stesso momento in cui, per raggiungere lo stesso obiettivo, sono costretto a cercare
un accordo, un negoziato, una collaborazione.
In questo contesto, possiamo riappropriarci della cultura che porta con sé il gioco, in cui la
disumanizzazione degli altri non è possibile, se no... non c'è gioco?
Dibattito 10 Per costruire un pensiero nel bambino [o nell'adolescente o nell'adulto], possiamo
fare a meno dei dibattiti e della condivisione? (AGSAS)
La qualità delle relazioni interindividuali, lo sviluppo del linguaggio e del pensiero, la costruzione
della cittadinanza e la conoscenza che ci emancipa sono preoccupazioni molto attuali di fronte ai
vari totalitarismi. Quali sono i meccanismi, i quadri etici che li promuovono? Per AGSAS, gli spazi di
dibattito sono uno degli strumenti essenziali dello sviluppo intellettuale e socio-emotivo
umano. Lungi dalla conoscenza che cala dall'alto, dall'insegnamento verticale, dall'assenza di
problematizzazione, in che modo la costituzione di uno spazio “privo di minacce”, la messa in
comune di evocazioni, rappresentazioni e la realizzazione di libere associazioni e l'ascolto dell'altro
consentono la costruzione di un pensiero esplorativo, basato sulla conoscenza trasmessa ed
elaborata, lontano da pregiudizi e stereotipi?
Dibattito 11 Quali pratiche pedagogiche e posture collettive dovrebbero essere sviluppate per
sostenere il pensiero libero e democratico? (Ecole LA SOURCE )
Questo dibattito si propone di discutere:
- il ruolo della parola e la cultura del dibattito-
- lo sviluppo dello spirito critico
- la ricerca del consenso
- il lavoro di gruppo
Dibattito 12 Come comprendere gli effetti dell'arrivo al potere di Giorgia Meloni sulle politiche sociali
ed educative? (FICEMEA,FITCEMEA,CEMEA)
La Federazione Internazionale del Ceméa ha organizzato un seminario di lavoro per offrire strumenti
agli attori educativi nella lotta contro le idee dell'estrema destra. Mentre l'estrema destra guadagna
terreno in Francia, in Europa e altrove, il Comitato per le relazioni nazionali e internazionali delle
associazioni francesi di educazione giovanile e popolare (Cnajep Francia) ha deciso di partecipare al
dibattito nazionale. Per alimentare le loro riflessioni, i membri di questo collettivo si sono recati in
Italia per studiare l'impatto dell'ascesa al potere di Giorgia Meloni sulle politiche sociali ed educative. Il
Ceméa Mezzogiorno ha organizzato questo seminario insieme al CSV Lazio (Centro di Accoglienza del
Volontariato Civico di Roma). Questo lavoro ha permesso di produrre un documento che sarà
presentato e servirà da base per questo dibattito.
Dibattito 13 Percezione del fenomeno migratorio e ascesa del populismo: che cosa fa l’Educazione
Nuova? (LIEN)
Possiamo affrontare la questione delle migrazioni e dell'ascesa del populismo a partire dalle scuole
elementari? Come affrontare questo problema nella formazione di insegnanti e professionisti in campo
sociale?
Come possiamo decodificare le idee dominanti?
Come possiamo evitare di farcele imporre?
Come possiamo costruire progetti con i giovani nel campo della cultura che permettano l’assunzione di
consapevolezza e lo scambio tra i popoli?
Come si può costruire la solidarietà?
Dibattito 14 Come lavoriamo con e tra i nostri gruppi di Educazione Nuova in situazioni limite (LIEN)
I gruppi di Convergence(s) vivono in situazioni molto difficili (guerra, instabilità politica, violenza,
insicurezza permanente). Quali compiti ci diamo per agire nel miglior modo possibile?
Quali precauzioni utilizziamo? Quale aiuto reciproco pratichiamo?
A quali conoscenze ci affidiamo? Cosa costruiamo e impariamo in questi momenti?
Confronteremo le nostre esperienze, le nostre pratiche di resistenza e di lotta per evidenziare ciò che
ci permette, contro ogni previsione, di continuare il cammino insieme, con lucidità e speranza.
Dibattito 15 Cosa può fare la Educazione Nuova per riparare i danni provocati dal colonialismo?
(LIEN)
Quando si parla di colonizzazione, si tende a credere che si tratti di un fenomeno lontano e superato.
Eppure è ancora attuale nelle relazioni tra gli Stati.
L'eredità coloniale è una questione che riguarda solo chi è stato colonizzato? Perché la storia colonialenon viene davvero insegnata a chi ha colonizzato e ai loro discendenti? L'insegnamento della storia
non dovrebbe favorire sia l'emancipazione dei discendenti dei colonizzati che quella dei discendenti dei
colonizzatori? In che senso l’Educazione Nuova può aiutare a riparare i danni provocati dal
colonialismo? La nostra risposta seguirà a queste domande.